Le recensioni di alessandro

 

YAZAN GRESELIN TRIO FEAT. FLAVIO BOLTRO LIVE | 4 AGOSTO 2018

 

Si è tenuta nello splendido parco varesino di Villa Toeplitz la seconda edizione della rassegna Va Jazz Festival sotto la direzione artistica di Renato Bertossi, importante figura nel panorama jazz italiano e già cofondatore nel 1982 della prima etichetta di jazz italiana, la Splasc(H) Records.

 

Il merito di Bertossi è stato quello di aver organizzato un festival colmo di nuove proposte, pescando, nel già ricco vivaio italiano, i talenti più interessanti, i progetti più accattivanti ed accostandoli a nomi già affermati come Mario Zara, Peppe Santangelo, Alberto Marsico, Tullio Ricci, Gilson Silveira, Roberto Mattei, Fabrizio Spadea, Flavio Boltro.

Una scelta artistica, questa, che incarna tutte quelle qualità che risiedevano nei grandi organizzatori di parecchi anni fa, di quando il jazz era ancora una musica che sapeva emozionare, di quando i concerti erano una vera fucina per nuove proposte e l’interesse di ascoltare i propri idoli si contrapponeva con lo stupore di scoprirne di nuovi. Di quando accanto ai set dei mostri sacri dello strumento si accostavano i nuovi volti di coloro che negli anni sarebbero a loro volta diventati dei giganti. Quando ancora si credeva nella creatività e nell’energia delle nuove proposte e non si era ossessionati dalle rigide regole di mercato e dal dio denaro.

 

Difficilissimo oggigiorno trovare un direttore artistico con queste qualità, un visionario, uno che è costantemente contro corrente e che possegga questo coraggio e questa propensione nel far crescere coloro che saranno il futuro nella musica del domani.

E’ grazie a figure come queste che il jazz italiano può ancora avere il tempo e lo spazio per sognare.

 

L’ultimo appuntamento è stato affidato al trio del giovane e talentuoso pianista Yazan Greselin affiancato da Marco Rottoli al contrabbasso, da Matteo Frigerio alla batteria e da Flavio Boltro alla tromba in qualità di ospite d’eccezione.

 

Il trio si è destreggiato con grande personalità utilizzando timbriche robuste e potenti che hanno avvolto l’ascoltatore e trascinato in scenari suggestivi dall’ampio respiro internazionale.

Sebbene siano stilisticamente evidenti e direi inevitabili, le influenze esecutive attinte da alcuni trii leggendari (Brad Mehldau Trio su tutti), le esecuzioni degli standard proposti hanno avuto una decisa connotazione personale, scorrendo tra scenari gustosi, sonorità fresche e sapientemente intrecciate, accattivanti, mai banali e sorprendenti per la maturità esecutiva.

 

L’impeccabile tecnica pianistica di Greselin era adeguatamente supportata da una straordinaria ritmica in cui spiccava il perfetto interplay tra Rottoli e Frigerio. Un’intesa limpida, ben equilibrata specie nella distribuzione degli spazi e nella variazione dei tempi.

 

Con queste premesse la tromba si Boltro si è incastonata alla perfezione dando all’insieme un ampio respiro. Come sempre straordinario nel suo fraseggio fluente, elaborato a tratti impetuoso ed aggressivo ma sempre elegante e ricco di quegli spunti jazz fortemente radicati nella tradizione con uno sguardo alla modernità, Boltro ha dato l’ennesima dimostrazione di stile e di grande professionalità.

Ha accompagnato i tre giovani musicisti verso intricati percorsi sonori con dinamismo e sapienza senza però mai strafare, regalando assoli intelligenti e ricchi d’espressività che hanno contribuito a creare splendide suggestioni palpitanti e piene di energia.

 

"... over all, I think the main thing a musician would like to do is give a picture to the listener of the many wonderful things that he knows of and senses in the universe. . .

That’s what I would like to do. I think that’s one of the greatest things you can do in life and we all try to do it in some way. The musician’s is through his music"

 John Coltrane