indaco

In Italian, a language of such beautiful color, "Indaco" translates as "Indigo." And, if there is anything that this recording is, it is indeed colorful, full of beauty, rhythmic variety and mood. Pianist and composer Alessandro Carabelli and his Ensemble offer 14 selections where texture and color predominate.

This is highly intelligent and inviting music—without any appearance of pretentiousness. Each selection draws one's ear in, and, in the best Italian tradition, one's heart.

 

Surprisingly, a cacophonic 30-plus seconds of free improv gives birth to the date. And, true to title, the album moves on to a funky-butt band of the music spectrum with "Dig It," which has trumpeter Flavio Boltro growling and plunging away "old-time" through the bluesy cut. "Frames" is a slick, quick here-and-gone 5/4 alto-guitar-textured theme over a driving, repetitive bass/piano bed. The tune like all the others on the album demonstrates great ensemble playing and fine soloing.

 

Leader Carabelli, who composed all of the fine selections (save bassist Conti's "Index" and "Dig It," which was co-composed with Conti) has a pen that inks neat, memorable themes (for example the gorgeous ballad "And Then" performed by alto man, Tino Trancanna). Carabelli's orchestration and wise usage of the ensemble's instrumentation is superb throughout and a joy. Indicative of that is "Starlet," a triple-metered vai a dormire, caro

bambino lullabye that's offered over a gorgeous Conti arco bass.

 

"Living Materials" is a Latinesque thing with soprano sax and guitar at play. The title cut send us Conti's booming bass, dancing with Furian's stick work before Trancanna's sweet alto sings with the ensemble and before Luciano Zadro's guitar and Boltro's tasty rides.

 

The musicianship and artistic expression across "Indaco" is absolutely outstanding ("Le Onde di Albi," "Gold and Blues," "Next Life"). The soloists make the most of the rhythmic and harmonic textures which they are offered. There's no grandstanding in this team effort. "Goodnight Mrs. Giulianna" sends the signora off with a sublime Cavatina played by Zadro and Carabelli, leaving us with an ghosting image of her—and this album's—fully realized beauty.

 

Indaco is a superb and enjoyable effort—a very unique recording that will aesthetically intrigue and stimulate, especially with one's eyes closed and ears and mind wide open.

 

Nicholas F. Mondello | Aprile 2018

Dopo la mitragliata free del brevissimo brano d’apertura Index, il sodalizio di Alessandro Carabelli mette in scena quasi tutta l’evoluzione della musica afroamericana.

A partire dal dinoccolato blues Dig It che esalta il senso della tradizione di Boltro, per passare a Frames crocevia tra il post-bop, il soul-jazz e la fusion del calare degli anni Ottanta, con Zadro che pennella un assolo dal fraseggio posato e dalla grande sicurezza ritmica, al quale fa da contraltare quello di Tracanna, attento alla melodia e far leggere le note.

 

Starlet, con il suo swing implicito e la struttura à canzone, libera l’abilità di Carabelli nel refrigerare classica e jazz della migliore specie, con un’eccellente padronanza della dinamica.

 

Carabelli firma quasi tutti i brani con coerenza espressiva e tenendo in conto la melodia e fondendo epoche e stili, come in Northern Winds e Gold And Blues, con originale solidità storica. Good Night Mrs. Giuliana, con le note lentamente percorse e scandite, scrive a chiare lettere la nazionalità del combo.  

 

Alceste Ayroldi | Aprile 2018

Atmosfere distensive, ingemmate da un sound avvolgente, riscaldante, il tutto incardinato su una godibile cantabilità dei temi.

 

“Indaco” è il nuovo capitolo discografico firmato “Alessandro Carabelli Music Ensemble”, nutrita formazione costituita da Flavio Boltro (tromba), Tino Tracanna (sassofoni), Alessandro Carabelli (pianoforte), Luciano Zadro (chitarra), Marco Conti (contrabbasso) e Maxx Furian (batteria).

 

I quattordici brani che compongono la tracklist sono frutto dell’ingegno del leader, ad esclusione di “Index” (Marco Conti) e “Frames”, scritta a quattro mani insieme a Conti. Proprio il riff di “Frames” è particolarmente accattivante.

L’eloquio di Zadro è fascinoso, impreziosito da un inebriante senso del blues e da alcuni vivaci spunti cromatici. Tracanna dà vita a un solismo brillantemente calibrato, essenziale, mai sopra le righe.

 

Il vellutato andamento beguine di “And Then” conquista all’istante. Qui il pianismo di Carabelli è ispirato, leggiadro, arricchito da un tocco fatato.

 

“Northern Winds” è un brano dal mood ammiccante. L’incedere di Tracanna è sinuoso e sopraffino. Zadro costruisce un sermone seducente, colmo di blue notes.

 

“Indaco” è un disco in solco modern jazz, permeato di colorazioni tendenti al contemporary jazz. La naturalezza delle composizioni è ornata da una placidità espressiva considerevole, che rende questo disco assai gradevole e fluido dalla prima all’ultima traccia.

 

Giada Ventura | Ottobre 2017

Disco da club, dove suonano per una notte intera i cat.

Quelli di fascinosa memoria; quelli dell’America stanca che si perde nel jazz fatto per chi lo apprezza.

 

Musica da concerto ma in luoghi racchiusi, storici, piccoli (o grandi) come il nostro cuore. «Indaco» è un disco che racconta, che striscia e si insinua. Come il blues dolente di « Dig It » (voluttuosi sia la tromba di Boltro che il contrabbasso di Conti), il cantabile mediterraneo di «Frames», il confidenziale «And then» (con un Tracanna lirico, dolce, a misura di emozioni), la leggerezza di «Starlet» (un cameo boppistico pronto a decollare nell’ottone della tromba) e il danzante «Living Materials».

 

Un concept album nel quale «Indaco», la traccia numero sette, sembra fare da cortina tra un vissuto e un altro. E qui è la chitarra di Zadro, così morbida nel timbro e così agile nel fraseggio, a divagare e riannodare la filigrana di una melodia che è, di questo disco, il vero punto di forza.

 

Canzoni o meno, il jazz di Carabelli è una prova di sincerità, altruismo musicale, generosità espressiva. Nulla si perde in questo girovagare tra le onde di un’improvvisazione sempre agile, solare, così ben articolata dalla batteria di Furian. Un motore discreto eppure capace di fare la differenza in una musica che vive e pulsa di armonie ricercate in grado di sfiorare e sorreggere un discorso eccezionalmente dinamico.

 

E poi, la malinconia. Senza questa, la musica dell’ensemble non avrebbe la stessa presa. Quella malinconia che è il ricordo del ritorno, e allora si trasforma in nostalgia. Un percorso mai interrotto e una speranza mai sopita.

«Le onde di Albi» ne è il ritratto più fedele, eppure «Gold and Blues» dice altro e accelera questo viaggio che, un’altra volta ancora, si inabissa in una dichiarazione d’amore stupenda come è «Next Life».

 

E la memoria che corre e, con lei, quello che nella nostra vita prende le forme di una nota. 

 

Davide Ielmini | Settembre 2017


Atmosfere distensive, ingemmate da un sound avvolgente, riscaldante, il tutto incardinato su una godibile cantabilità dei temi. “Indaco” è il nuovo capitolo discografico firmato “Alessandro Carabelli Music Ensemble”, nutrita formazione costituita da Flavio Boltro (tromba), Tino Tracanna (sassofoni), Alessandro Carabelli (pianoforte), Luciano Zadro (chitarra), Marco Conti (contrabbasso) e Maxx Furian (batteria). 

 

I quattordici brani che compongono la tracklist sono frutto dell’ingegno del leader, ad esclusione di “Index” (Marco Conti) e “Frames”, scritta a quattro mani insieme a Conti. Proprio il riff di “Frames” è particolarmente accattivante. L’eloquio di Zadro è fascinoso, impreziosito da un inebriante senso del blues e da alcuni vivaci spunti cromatici. Tracanna dà vita a un solismo brillantemente calibrato, essenziale, mai sopra le righe.

Il vellutato andamento beguine di “And Then” conquista all’istante. Qui il pianismo di Carabelli è ispirato, leggiadro, arricchito da un tocco fatato. “Northern Winds” è un brano dal mood ammiccante. L’incedere di Tracanna è sinuoso e sopraffino. Zadro costruisce un sermone seducente, colmo di blue notes.

 

“Indaco” è un disco in solco modern jazz, permeato di colorazioni tendenti al contemporary jazz. La naturalezza delle composizioni è ornata da una placidità espressiva considerevole, che rende questo disco assai gradevole e fluido dalla prima all’ultima traccia.

 

Stefano Dentice | Giugno 2017

Relaxing atmospheres, ingested by a hugging, warming sound, all incardinated on a enjoyable editing of the themes. "Indigo" is the new chapter "Alessandro Carabelli Music Ensemble", composed by Flavio Boltro (trumpet), Tino Tracanna (saxophone), Alessandro Carabelli (piano), Luciano Zadro (guitar), Marco Conti (double bass) Maxx Furian (battery).

 

The fourteen tracks that make up the tracklist are the result of the leader's geniality, with the exception of "Index" (Marco Conti) and "Frames", written in four hands together with Conti. The "Frames" riff is particularly appealing. Zadro's eloquence is fascinating, embellished by an inebriating sense of blues and some vivid color choices. Tracanna gives life to a brilliantly calibrated solism, essential, never above the rows.

The velvety trend of "And Then" conquers instantly. Here Carabelli's piano is inspired, fair, enriched by a fairy touch. "Northern Winds" is a melodic mood song. Tracanna's rush is sinuous and overwhelming. Zadro builds a seductive sermon filled with blue notes.

 

"Indigo" is a modern jazz-shaped disc, permeated with contemporary jazz sound. The naturalness of the compositions is adorned with a considerable expressive placidity, which makes this disc very pleasant and fluid from the first to the last track.

 

Stefano Dentice | June 2017 



Kazune Hayata | Luglio 2017


Un lavoro dall’animo inquieto, frenetico ma di una dolcezza che solo la musica può esprimere.

Esistono confini oltre il pentagramma, e di passaggi belli ne ècolmo, che scavano fino a portare a galla il desiderio di chi voglio essere, chi sono.

 

Indaco èun viaggio a 360 gradi nei sentimenti che completano la bocca, l'orecchio, gli occhi. Tutti vorremmo poter esplorare con leggerezza luoghi profondi come quelli che Alessandro Carabelli esprime. E' indubbiamente il suo dono...

 

Tutto il CD èbello e piacevole all’ascolto, spiccano “ Next Life” e “Frames”, la divertente “Dig it”, tanta leggerezza e onde vellutate su “Goodnight Mrs Giuliana”, introspezione e grandi aperture sull'oltre in “Le onde di Albi”, un calice di vino rosso ed il fuoco di un camino: “Starlet”, in “Northern winds” e “Circle” è il poeta che aggroviglia ed infine dispiega al vento, quasi fosse il destino dei pensieri più enigmatici. Al vento la possibilitàdi un vestito di bellezza poetica.

 

Rita Sannia |14 Luglio 2017


Il pianista Alessandro Carabelli non fa parte di quella ristretta élite di musicisti coccolati dalla critica jazzistica.

 

Forse perché rifugge sia da percorsi sperimentali che da sfoggi di tecnica privilegiando, invece, la ricerca melodica e la comunicazione col pubblico, cosa rara nelle produzioni recenti.

 

In questo nuovo cd guida un sestetto completato dai fiati di Tino Tracanna e Flavio Boltro e dalla sezione ritmica di Luciano Zadro (chitarra), Marco Conti (contrabbasso) e Maxx Furian (batteria).

 

Nelle quattordici tracce da lui composte ritroviamo una piacevole cantabilità dei temi su basi ritmiche che vanno dallo swing alla musica latina. Restando fedele al proprio understatement musicale e

umano Carabelli, pur ritagliandosi spazi solistici, lascia spesso la ribalta ai fiati e al fedele Zadro, già compagno di avventura in dischi precedenti.

 

In definitiva è un bel viaggio tra i colori e le emozioni del jazz classico innervato dalla modernità di fraseggio di solisti di assoluto valore.

 

Adriano Ghirardo | 5 gennaio 2018




"... over all, I think the main thing a musician would like to do is give a picture to the listener of the many wonderful things that he knows of and senses in the universe. . .

That’s what I would like to do. I think that’s one of the greatest things you can do in life and we all try to do it in some way. The musician’s is through his music"

 John Coltrane